Tra i linguaggi grafici sicuramente l’araldica è tra i più originali, eccentrici ed utili.
Infatti l’araldica permette di identificare se l’intestatario dello stemma è di sesso femminile o maschile, il suo ceto, le dignità o cariche pubbliche ricoperte, l’origine geografica, l’occupazione o se in tal momento una famiglia era in lutto.
Tralasciando le regole basi che hanno dato vita all’aralidca e che si sono evolute, è d’uopo sottolineare ed evidenziare alcune peculiarità di essa e le curiosità che la circondano, rendendola una scienza unica, di grande utilità ed alla portata di tutti.
Intanto il fatto che alcuni stati utilizzano uno scudo particolare, che nel corso dei secoli è quello più usato, se non l’unico, come per esempio il sannitico per la Francia e l’Italia, il gotico e l’inglese per il Regno Unito, il tedesco per i paesi rientranti sotto l’impero germanico, quindi ci sono lo svizzero, il polacco e lo spagnolo per i rispettici paesi.
Poi un’altra particolarità sono lo scudo ovale e romboidale per le donne e più precisamente l’ovale per le donne sposate (dame) e a losanga o romboidale per quelle nubili (damigelle), anche se nell’araldica inglese e scozzese è utilizzato anche per le donne sposate. Nei due paesi, donne vedove hanno uno scudo a losanga partito.
Sempre a proposito di donne sono interessanti le cordelliere ed i rami di palma sempre intorno al loro scudo, a volte a rappresentare il loro nubilato o stato vedovile (quando i lacci della cordelliera sono sciolti) o annodati (per le dame maritate). Le nobili hanno la cordelliera di colore d’argento, le principesse reali composte d’oro e di azzurro.
Su questa falsa riga anche il claddagh il famoso anello irlandese che si indossa nella mano destra, infatti se l’anello indica un rapporto di amicizia tra la donna ed il partner che glie la regala la punta del cuore è rivolta verso la punta delle dita; in caso fidanzamento il cuore è puntato verso il polso; in caso di matrimonio invece si indossa nella mano sinistra ed ha il cuore puntato verso il polso. (https://www.irlandando.it/cultura/cultura-e-tradizioni/claddagh- ring/
Altra interessante peculiarità è costituita dalle armi parlanti, allusive, cifrate o rebus, che possono essere enigmatiche.
Per stemma parlante si intende uno stemma che presenta al suo interno uno o più simboli che rappresentano graficamente in modo diretto un cognome e quindi una famiglia, come per esempio la colonna per la famiglia Colonna.
Lo stemma allusivo invece è più complesso e si presta a più interpretazioni: per esempio nello stemma dei Pacelli c’è una colomba che regge un ramo d’ulivo con il becco, a significare appunto il concetto di pace; quindi un concetto legato ad un cognome può essere rappresentato in tanti modi e dà spazio a maggiori soluzioni.
Quindi ci sono le arme cifrate o rebus, come per esempio l’insegna dell’abate Islip scolpita all’abbazia di Westminster che è appunto un piccolo rebus: per alludere al suo cognome c’è un occhio (eye- I), una talea di fico (slip) e un uomo che cade (sleep) per indicare “I sleep”, “Io dormo”.
Poi ci sono gli “abbassamenti”, ovvero delle modifiche allo stemma (per rovesciamento o diminuzione) quasi sempre per togliere prestigio allo stemma e “segnare” un’azione disonorevole del suo possessore; per esempio quando uno scudo veniva rovesciata di solito indicava un tradimento.
La diminuzione invece consiste nel togliere o nell’aggiungere degli elementi dall’arma, come per esempo aggiungendo uno scaglione o una sbarra di nero; anche il leone nato morto (senza lingua, unghie, denti, coda) portava disonore allo stemma, dimostrando che l’araldica non ha dimenticato di rappresentare anche le malefatte e non solo le gesta e le virù delle famiglie.
Tra gli esempi di stemmi enigmatici ed eccentrici allo stesso tempo c’è quello di un cavaliere savoiardo, che accusato di infedeltà dalla moglie, portò in un torneo uno stemma con una lettera A torta, dentro un’altra lettera A sempre torta, a voler significare che la moglie aveva torto (à tort à grand tort).
Tra gli stemmi eccentrici moderni abbiamo quelli di due musicisti, Paul Mc Cartney ed Elton John e di Michael Mainelli, attuale Lord Mayor della City di Londra.
Paul Mc Cartney ha rappresentato una chitarra (due torte di nero, poste in palo e attraversate da sei corde di chitarra dell’uno all’altro) ed un liver che è una cornacchia, simbolo di Liverpool.
Elton John ha nello stemma mostra un pianoforte e 4 dischi come richiamo alla carriera da pianista e cantante; i colori nero, rosso e giallo richiamano i colori della squadra di calcio del Watford, di cui è stato presidente; infine il motto (combina un gioco di parole con il nome dell’armigero (il suono è buono).
Lo stemma di Michael Mainelli coniuga le sue qualità di scenziato ed economista, infatti ha un nodo Pretzel (che potrebbe essere scambiato anche per un atomo), di 5 anelli di nero con in mezzo un’analemma; come motto porta ORDO EX Χάος (Ordine dal caos); come cimiero ha una rosa dei venti che richiama la sua passione per la nautica ed una borsa da mercante con lacci d’oro che richiama la sua attività e carriera accademica da economista.
Curiosa invece la vicenda legata allo stemma di Donald Trump, che forse mal consigliato, ha utilizzato per i suoi golf resort in Scozia lo stemma della famiglia Davies, quindi una volta accortosi dell’incidente ha deciso di adottare un nuovo stemma con tre scaglioni (alludenti al cielo, alla sabbia ed al mare) ed un’aquila bicefala rappresentante la doppia natura e nazionalità del suo retaggio ed il motto ‘Never Give Up’ (mai arrendersi) che rappresenta lo spirito del tycoon.
Altro stemma curioso è quello di Gabriele D’Annunzio, che vede come protagonista un monte innevato Nevoso d’azzurro sormontato dalle sette stelle dell’Orsa Maggiore, che richiamano al titolo di principe di Monte Nevoso dall’omonimo monte (Snežnik, Slovenia), creato motu proprio dal re d’Italia Vittorio Emanuele III di Savoia il 15 marzo 1924 per il poeta e condottiero della prima guerra mondiale e dell’Impresa di Fiume.
D’Annunzio compì prodezze anche in araldica, come per esempio coniò il motto della famiglia Caproni (pionieri dell’aviazione italiana), quando ebbero il titolo di Conti di Taliedo (in riconoscimento dei meriti industriali e di supporto all’industria bellica durante la prima guerra mondiale), scritto sopra l’effigie di un caprone rampante: “Senza cozzar dirocco”
Oggi come oggi si crede ancora che l’araldica sia solo ad appannaggio della nobiltà, niente di più lontano, infatti oltre agli stemmi gentilizi esistono – per ordine di importanza – quelli di famiglia, ecclesiastici, civici, di enti, commerciali, feudali o di proprietà, goliardici, senza menzionare gli emblemi e le decorazioni degli ordini cavallereschi e delle onorificenze in genere.
Come ebbe a dire Carl Alexander Von Volborth, insigne araldista tedesco, “..il diritto alle armi (ovvero agli stemmi) non è un privilegio di un qualche particolare gruppo della società e ognuno può assumere nuove armi per sè stesso o per la sua famiglia a meno che non sia considerato illegale nel suo paese”, quindi intanto stabiliamo che l’araldica è un linguaggio universale e non ad appannaggio della sola casta nobiliare e nel suo libro Heraldry of the world si riporta che la Svizzera è il paese in cui l’araldica raggiunse la maggiore importanza al mondo, infatti ogni famiglia ed ogni parrocchia aveva ed ha tuttora il proprio stemma e probabilmente ciò è stato possibile grazie all’antica tradizione di democrazia di cui il paese ha goduto, al contrario dei paesi monarchici.
Inoltre l’araldica è sia un’arte, che una scienza, che una disciplina storica ed è ausiliaria all’antroponimia, all’onomastica, alla toponomastica, alla storia, al diritto nobiliare, alla sfragistica, all’agiografia, all’assiografia, al diritto feudale ed a molte altre discipline.