Omaggio ad un genio della musica barocca, quasi dimenticato
Grazie al Signor Carlo Pellegrini il RAI è venuto in possesso di un libricino dal titolo “Bernardo Pasquini nel trecentenario della morte”, scritto dal maestro (Anton Giulio Perugini e dallo stesso Carlo Pellegrini (Giuseppe Pontari editore).
Il libro riporta note storiche di Bernardo e lo stemma di famiglia, raffigurato sull’architrave della casa della famiglia e scolpito su pietra serena nei piedistalli di due altari, rispettivamente, il primo nella chiesa parrocchiale di Massa ed il secondo nella chiesa di Vangile.
Grazie al testo“Bernardo Pasquini musicista del secolo XVII°”, a cura di Virgilio Virgili, si scopre che la famiglia Pasquini discende dalla famiglia fiorentina ghibellina dei Fiaschi, originaria di Tizzana, castello vicino a Pistoia; in seguito alla cacciata dei guelfi i Fiaschi nel 1252 si trasferirono a Massa e Cozzile.
Il fatto che la famiglia Pasquini e quella dei Fiaschi abbiano la genealogia in comune è testimoniato da un tassello di pietra serena che fu trovato incastrato nel muro del chiostro della SS. Annunziata di Firenze e precisamente presso la porta del cortile si entra nell’oratorio di San Bastiano.
Questo tassello, o meglio questo cimelio, ha la forma di una fiasca con dentro l’arma Pasquini con questa iscrizione: “Vetustate collapsum Thomas Bartholomei De Fiaschis…..Facendum Anno D; 1585”. L’arma Pasquini consiste in un castello turrito retto in alto da due leoni rampanti.
Da ciò si evince che la riproduzione dello stemma della famiglia di Bernardo o è errata o che si sia utilizzata la torre come brisura al posto del castello. Molto probabilmente è stata semplicemente errata, quindi sulla registrazione nel RAI sono stati riportati entrambi gli stemmi. L’indirizzo della registrazione è https://www.registroaraldicoitaliano.com/pasquini_bernardo.html
Ma chi era Bernardo Pasquini? Figlio del caporale Francesco e di Maria Gentile Castellini, Bernardo era innanzitutto un musicista di organo e clavicembalo, quindi un compositore, che a Roma, alla corte dei Chigi e dei Borghese ha brillato sia per l’originalità, che per l’inventiva.
Nato a Massa e Cozzile il 7 dicembre 1637 e morto a Roma il 21 novembre 1710, Bernardo fu iniziato alla musica dallo zio Girolamo, Pievano di Massa, che per primo ne capì l’inclinazione ed il talento ed appunto fu da questi inviato a Roma a studiare da maestri come il Vettori ed il Cesti, avendo come condiscepolo Corelli.
Il talento del Pasquini viene fuori già in occasione delle sue prime partiture delle opere del Palestrina e venne apprezzato nelle corti di tutta Europa, compresa quella di Luigi XIV.
La pietà verso Dio e la carità verso il prossimo furono alla base del suo vivere ed in effetti quasi tutto ciò che guadagnava veniva devoluto ai poveri, infatti ad eccezione di pochi quadri della sua eredità non resta nulla.
Morto all’età di 73 anni in qualità di organista della Basilica di S. Maria Maggiore, dove fu sepolto dopo onorevoli esequie S. Lorenzo in Lucina, Bernardo fu un grande compositore e musicista, per lo più dimenticato.
Il Pasquini fu il primo a differenziare lo stile ed il repertorio clavicembalistico da quello organistico, fu il precursore di Domenico Scarlatti per la sonata clavicembalistica, l’anticipatore del genere imitativo e descrittivo con lo scherzo del cucco, con cui amplierà notevolmente i confini dell’espressionismo musicale fino ai nostri giorni.
Nel clavicembalo riesce ad esprimere il suo talento innovativo e creativo con delle intuizioni geniali quali: la sonata in due tempi, le prime sonate per due strumenti a tastiera, la codificazione della toccata con lo sviluppo della fuga, la definizione della forma della suite per clavicembalo in cinque movimenti: allemanda, corrente, sarabanda, gavotta (o minuetto) e giga, poi codificata da Bach.
In particolare la forma della suite è stata sviluppata in modo esemplare da Bach nei 6 Concerti Brandeburghesi e da Vivaldi nelle Quattro Stagioni.
Questo genere oltre che nella musica classica è stato ripreso anche nella musica orchestrale e progressive degli anni ’60 e ’70 grazie a gruppi come Genesis, Renaissance, King Crimson, Pink Floyd, Pfm e New Trolls.
Ma la musica del Pasquini è anche protagonista di un film del 1988, diretto da Stephen Frears, tratto dal romanzo “Le relazioni pericolose”di Choderlos de Laclos e dall’adattamento teatrale del romanzo ad opera di Christopher Hampton, sceneggiatore del film.
Il film è ambientato nella Francia del XVIII° secolo ed ha come oggetto gl’intrighi di carattere amoroso che si intrecciano tra i nobili del tempo.
In particolare nella scena in cui il Visconte di Valmont si alza per andare a caccia risuonano le note che richiamano il verso del cuculo tratto dal brano “Going Hunting” – “Allegro” from Organ Concerto No. 13, “The Cuckoo and the Nightingale” di George Frideric Handel, con arrangiamenti di George Fenton; questo verso del cuculo o cucco è un pò il marchio di fabbrica del Pasquini che è il leit motiv della Toccata con lo Scherzo del cucco, sia per clavicembalo che per organo