In araldica i cappelli, o meglio i copricapi, ricoprono un curioso ruolo.
Negli stemmi dei religiosi per esempio l’elmo nelle armi di abati, cardinali, vescovi e prelati è sostituito dal cappello, che viene chiamato galero e dai quali pendono tanti fiocchi o nappe a seconda del grado dell’ecclesiastico.
Oltre a quello ecclesiastico, c’è quello da cimiero o a turcasso rovesciato che i tedeschi utilizzano come cimiero.
Nel Regno Unito abbiamo il cap of maintenance, cappello rosso, con risvolti di ermellino, prettamente ad uso cerimoniale indossato dal barone feudale scozzese, l’abacot che è un pileo augustale dei re Angli ed Anglosassoni , insignito di due corone di foggia varia , ma per lo più gigliate e fioronate d’oro. Pare che questa specie di corone fosse usata in Inghilterra sin verso l’invasione dei Danesi , all’epoca dei quali i re dell’Eptarchia ritenevano già la corona fioronata senza il pileo. Quindi sempre nel Regno Unito c’è il cappello del Lord Mayor di Londra.
Poi c’è il tocco napoleonico e quello inserito sotto le corone reali ed imperiali.
Il berretto togato, ovvero dei giudici, che talvolta si vede negli stemmi, quello frigio dei persiani e quello universitario.
Curioso è l’elmetto da aviatore che sovrasta lo stemma della famiglia Caproni, conti di Taliedo, cui è legata a sinistra una manica a vento svolazzante, ed accompagnato a destra da un proietto ardente, il tutto attraversante su di una nuvola ed al naturale.
Altra curiosità è la feluca, cappello goliardico che si vede anche negli stemmi goliardici.
Il cappello all’antica è con la coppa a semisfera e le falde rigonfiate in giù, cordonato nella coppa e coi lacci.