Stemmi e vessilli delle contrade di Siena

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Contrada della Selva
Il palio di Siena è forse l’evento sportivo e storico più importante del mondo ed oltre al grande spettacolo che offre, permette anche di scoprire l’araldica e la vessillologia delle contrade che vi partecipano, per la precisione 17.
In breve sintesi questa è l’origine degli stemmi e dei vessilli delle contrade:
  Aquila:  un’aquila, in quanto nel suo territorio vi è il palazzo Marescotti, passato ai signori Piccolomini e oggi Saracini, che aveva impresso, negli archi e nelle porte, detto simbolo.
  Bruco: l’insegna deriva dalle antiche compagnie dei setaioli e lanieri.
  Chiocciola:  una chiocciola. Da un simbolo in uso agli antichi Etruschi che abitavano la zona, ripreso per allestire un carro durante le ‘bufalate’.
  Civetta: secondo alcune ipotesi l’insegna le deriva da un tempio dedicato a Minerva, dea della sapienza, che sorgeva dove adesso si trova la chiesa di San Cristoforo, la cui statua aveva in mano una civetta. Ipotesi piuttosto fantasiosa in quanto di questo tempio non sono mai state trovate né tracce né ricordi e le incerte e quasi inesistenti notizie a riguardo lo collocherebbero nella zona del Duomo.
  Drago: deriva dallo stemma della sua antica compagnia militare di San Donato ai Montanini che ha un drago nella sua insegna in memoria di Santa Caterina la di cui famiglia (Benincasa) aveva un drago come stemma.
  Giraffa: deriva dalla ‘macchina’ usata dalla contrada nelle cacce ai tori e nelle bufalate.
  Istrice:  nel 1506 si presentò alla caccia dei tori con una macchina a forma di istrice probabilmente per omaggiare il Re di Francia Luigi XII, il cui stemma era proprio un istrice, protettore dell’allora Signore di Siena Pandolfo Petrucci.
  Leocorno: deriva probabilmente dallo stemma della famiglia Brunelli, unica famiglia di Siena avente un unicorno come stemma araldico.
  Lupa:  le deriva dall’aver ospitato legioni romane e per favori fatti a Roma.
  Nicchio:  deriva dal fatto che da una strada fuori dalla porta di S. Giovanni a Busseto affioravano molte nicchie (Siena nell’oligocene era coperta dal Mare).
Per altri l’insegna deriva da una ‘macchina’, portata in comparsa, raffigurante una grande nicchia a sfondo della statua di Nettuno. Per altri ancora deriva dalla forma della zona dove ha sede la contrada che rassomiglia ad una conchiglia.
  Oca: le deriva dall’abitudine di allevare oche sia per uso alimentare sia per la penna.
  Onda:  le deriva dal fatto che agli uomini di questa contrada veniva affidata la difesa del litorale tirrenico durante la Repubblica Senese.
  Pantera: le deriva dalla pantera di Lucca essendo la maggioranza dei suoi abitanti mercanti lucchesi.
  Selva:  era la contrada dei cacciatori e da questa l’esercito prendeva i suoi migliori arcieri, da qui l’emblema ed il diritto ad aprire le quattrocentesche cacce ai tori.
  Tartuca: è stata tratta dai libari e dai romani che occuparono Castelsenio, centro più alto della città.
  Torre:  deriva dalla torre del Mangia che domina il quartiere, la gualdrappa e il pennoncello rossi crociati in argento furono concesse nel 1889 da Umberto I in ricordo della sua venuta a Siena nel 1887.
Valdimontone: le deriva dal castro montorio, accappamento del centurione Montorio, inviato da Roma ad assediare Senio fondatore di Siena.

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