In araldica è tradizione considerare arme “irregolari” gli stemmi che non rispettano alcune regole basilari di questa disciplina.
Come riporta l’Enciclopedia Araldico-Cavalleresca di Giovan Battista Crollalanza:
“Diconsi irregolari le arme che sono composte contro le regole dell’arte araldica, vale a dire che hanno colore su colore o metallo su metallo. Gli araldisti le distinguono in dimandanti o d’inchiesta, che furono prese per qualche illustre fatto, e in false che sono irregolari solo per ignoranza delle leggi blasoniche. Perciò è divenuta cosa sì ardua il distinguere queste due varietà, che noi le eliminiamo affatto, e presentiamo i seguenti blasoni come esempi di arme irregolari, siano esse false o dimandanti.”
Sebbene il RAI ha seguito questa regola fino al 4 novembre 2019, classificando come irregolari i blasoni di cui sopra, ritiene questa regola alquanto obsoleta e quindi non considererà più irregolari gli stemmi che contravvengono a questa antica regola.
In molti casi l’uso di due smalti o metalli all’interno di un campo o di una partizione si rende quasi necessaria, quindi il fatto che uno stemma venga catalogato come irregolare non significa che non si possa adottare o usare.
Basti pensare a tutti gli stemmi che presentano un cielo o una campagna o un terrazzo di verde caricati da alberi o da altri elementi floreali dai colori “naturali”: vedasi lo stemma dei comuni di Follonica, Pescosolido, San Roberto, Paderno Franciacorta, Pianiga, Anticolo Corrado, Volturara Irpina, Avellino, Bitonto e tanti altri, per non dire la maggior parte degli stemmi civici